Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
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Corte di Giustizia (Settima Sezione) 7 dicembre 2023
«Inadempimento di uno Stato – Ambiente – Direttiva 91/271/CEE – Trattamento delle acque reflue urbane – Articolo 3 – Reti fognarie – Sistemi individuali – Articolo 4 – Trattamento secondario o equivalente – Articolo 5 – Aree sensibili – Articolo 15 – Controllo sugli scarichi»
Corte di Giustizia(Nona Sezione) 7 dicembre 2023
«Rinvio pregiudiziale – Ambiente – Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche – Direttiva 92/43/CEE – Articolo 6, paragrafo 3 – Nozione di “piano o progetto” su un sito protetto – Intervento in una foresta per assicurarne la protezione contro gli incendi – Necessità di effettuare una valutazione preventiva dell’incidenza di tale intervento sul sito interessato»
Consiglio di Stato Sez. IV n. 9852 del 16 novembre 2023
Ambiente in genere.Valutazione di impatto ambientale
La valutazione di impatto ambientale non si sostanzia in una mera verifica di natura tecnica circa l’astratta compatibilità ambientale dell’opera, ma implica una complessa e approfondita analisi comparativa tesa a valutare il sacrificio ambientale imposto rispetto all’utilità socio-economica del progetto, in quanto nel rendere il giudizio di valutazione di impatto ambientale, l’amministrazione esercita una amplissima discrezionalità che non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, in quanto tale suscettibile di verificazione tout court sulla base di oggettivi criteri di misurazione ma presenta al contempo profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa e istituzionale in relazione all’apprezzamento degli interessi pubblici e privati coinvolti
Terre e rocce da scavo tra “rifiuto” e “sottoprodotto”. Corte Europea e cassazione
di Gianfranco AMENDOLA
TAR Campania (NA) Sez. IV n. 6238 del 13 novembre 2023
Urbanistica.Limitato ambito di applicazione articolo 34 TUE
L'art. 34 del DPR 380/200, che prevede la possibilità di applicare la sanzione pecuniaria in sostituzione a quella demolitoria, è applicabile solo agli abusi meno gravi riferibili all'ipotesi della parziale difformità dal titolo abilitativo (in ragione del minor pregiudizio causato all'interesse urbanistico) e dell'annullamento del permesso di costruire (in ragione della tutela dell'affidamento che il privato ha posto nel titolo edilizio a suo tempo rilasciato e, poi, fatto oggetto di autotutela e della circostanza che l'opera è stata costruita comunque sulla base di un provvedimento abilitativo). Viceversa, con riferimento alle ipotesi di interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, la sanzione della demolizione e della riduzione in pristino rimane l'unica applicabile, quale strumento per garantire l'equilibrio urbanistico violato
Cass. Sez. III n. 48820 del 7 dicembre 2023 (CC 2 nov. 2023)
Pres. Ramacci Est. Mengoni Ric.Nn
Urbanistica.Demolizione ed incidenza delle caratteristiche del manufatto nella valutazione del principio di proporzionalità con riferimento al diritto alla salute
Il diritto alla salute, specie a fronte di patologie gravi ed invalidanti, trova attuazione in primo luogo ponendo il malato in un ambiente – non necessariamente ospedaliero - del tutto salubre, edificato ed attrezzato nel pieno rispetto della disciplina di legge, proprio perché questa è volta a garantire anche il benessere di chi abita in quei luoghi, specie se malato. In altri termini, il rispetto della normativa in materia edilizia risponde non solo all’ovvia esigenza di tutelare un bene collettivo, come tale sottratto alla libera ed indiscriminata disponibilità dei singoli, ma anche alla necessità che questi stessi possano usufruire del bene in sicurezza, proprio perché regolarmente edificato, tutelando la propria salute e la propria incolumità – in sintesi, il proprio benessere - anche (e soprattutto) per l’ipotesi di eventi superiori come le calamità naturali (si pensi alla normativa antisismica o a tutela dal rischio idrogeologico) o, per l’appunto, le malattie o situazioni invalidanti che costringano un soggetto a vivere, magari costantemente, all’interno di uno spazio chiuso.
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