Rumore.Caratteristiche del piano di classificazione acustica
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Consiglio di Stato Sez. VI n.6558 del 19 luglio 2024
Rumore.Caratteristiche del piano di classificazione acustica
Il piano di classificazione acustica è un atto tecnico-politico, che presuppone un’ampia discrezionalità in capo all’ente nella sua elaborazione, adottato dal Consiglio regionale che persegue la finalità di fissare gli obiettivi ambientali di un’area, in relazione alle sorgenti sonore esistenti, procedendo alla cd. “zonizzazione acustica”, che è un concetto introdotto dalla Legge Quadro sull'inquinamento acustico n. 447/1995. In attuazione della legge il D.P.C.M. del 14 novembre del 1997 ha definito le sei classi acustiche, corrispondenti alle relative zone, in cui può essere suddiviso il territorio comunale, ognuna delle quali è caratterizzata da limiti di densità acustica crescenti. Grazie alla classificazione, il territorio comunale viene suddiviso in aree acusticamente omogenee che tendenzialmente corrispondono alle destinazioni urbanistiche delle singole aree del territorio, evincibili dalla relazione tecnica del piano regolatore generale e dalle relative norme di attuazione, salvo possibili correzioni dovute ad aree nelle quali, ad una data destinazione urbanistica, corrispondono, di fatto, dimensioni acustiche diverse. Il piano di zonizzazione si basa, dunque, sui due dati rivenienti dalle destinazioni urbanistiche e dagli elementi di fatto evincibili in merito all’inquinamento acustico preesistente in ciascuna delle aree classificate.
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Urbanistica.Disciplina dei dehors soggetta alla legislazione nazionale e non derogabile da fonte regolamentare
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Consiglio di Stato sez. II n. 6666 del 23 luglio 2024
Urbanistica.Disciplina dei dehors soggetta alla legislazione nazionale e non derogabile da fonte regolamentare
Con riferimento alle strutture a servizio di attività commerciali comunemente denominate con espressione di derivazione francese dehors, è di tutta evidenza l'impossibilità per la fonte regolamentare di derogare ai principi generali in materia urbanistico-edilizia e ambientale, avallando installazioni sostanzialmente permanenti, sol perché rispondenti alle indicazioni tipologiche proposte, ovvero per lo più imposte. La dizione, pertanto, di temporaneità e di asservimento alle esigenze stagionali resta quella declinata dal legislatore nazionale nel ricordato art. 6 del d.P.R. n. 380 del 2001, pur con i difetti di coordinamento tra T.u.e. dell'edilizia, nella versione più volte novellata, e d.P.R. 13 febbraio 2017, n. 31, concernente, come già detto, sia i casi di esonero dall'autorizzazione paesaggistica che quelli per i quali la procedura semplificata è semplificata
Beni culturali.Atto impositivo di vincolo
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Consiglio di Stato Sez. II n.6267 del 12 luglio 2024
Beni culturali.Atto impositivo di vincolo
L’atto che impone un vincolo (archeologico, artistico, storico, ecc.) non può essere assimilato ad un atto di natura regolamentare: con esso non sono introdotte norme giuridiche, ma si rende applicabile la disciplina prevista dalla legge ai beni che ne costituiscono l’oggetto. L’atto che impone un tale vincolo è immediatamente lesivo ed impugnabile, anche quando si tratta di un atto che conforma una pluralità di beni. Quando l’atto di imposizione del vincolo è divenuto inoppugnabile (per la mancata tempestiva impugnazione del soggetto legittimato), la sua legittimità non può essere posta in contestazione, in occasione della impugnazione di provvedimenti ulteriori, basati sulla esistenza del vincolo, da cui la necessità dell’immediata impugnazione dell’atto che appone il vincolo.
Il decreto-legge 29 maggio 2024 n. 69 e s.m.i. cosiddetto Salva Casa-6
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Il decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69 e s.m.i. cosiddetto Salva Casa
(Sesto scritto di approfondimento)
di Massimo GRISANTI
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Ambiente in genere.Obblighi dell'amministrazione comunale sull’istanza di repressione di abusi ambientali realizzati su area confinante formulata dal relativo proprietario
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 6272 del 12 luglio 2024
Ambiente in genere.Obblighi dell'amministrazione comunale sull’istanza di repressione di abusi ambientali realizzati su area confinante, formulata dal relativo proprietario
Sussiste l’obbligo dell’Amministrazione comunale di provvedere sull’istanza di repressione di abusi ambientali realizzati su area confinante, formulata dal relativo proprietario, in quanto quest’ultimo gode di una legittimazione differenziata rispetto alla collettività potendo subire gli effetti nocivi immediati e diretti della commissione dell’eventuale illecito non represso, onde egli è titolare di una posizione di interesse legittimo all’esercizio di tali poteri di vigilanza e, quindi, può proporre l’azione a seguito del silenzio ai sensi dell’art. 31 cod.proc.amm. Ne discende che il proprietario di un’area o di un fabbricato, nella cui sfera giuridica incide dannosamente il mancato esercizio dei poteri di controllo, ripristinatori e repressivi relativi ad abusi ambientali da parte dell’organo preposto, può pretendere, se non vengono adottate le misure richieste, un provvedimento che ne spieghi esplicitamente le ragioni, con il risultato che il silenzio serbato sull’istanza integra gli estremi del silenzio-rifiuto, sindacabile in sede giurisdizionale quanto al mancato adempimento dell’obbligo di provvedere in modo espresso
Il decreto-legge 29 maggio 2024 n. 69 e s.m.i. cosiddetto Salva Casa-5
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Il decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69 e s.m.i. cosiddetto Salva Casa
(Quinto scritto di approfondimento)
di Massimo GRISANTI
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- Urbanistica. Non sanabilità delle violazioni della disciplina antisismica
- Ambiente in genere.Il difficile rapporto fra diritti di uso civico ed energie rinnovabili
- Il decreto-legge 29 maggio 2024 n. 69 e s.m.i. cosiddetto Salva Casa-4
- Urbanistica.Realizzazione delle opere di urbanizzazione
- Rifiuti.Legittimazione attiva di un ente locale ad impugnare gli atti di autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti di rifiuti
- Ambiente in genere.Caratteristiche della V.I.A.
- Urbanistica.Elementi per individuare la natura precaria di un'opera edilizia
- Urbanistica.Istanza di sanatoria e pregresso ordine demolitorio
- Urbanistica. Necessità del titolo edilizio per l’opera precaria che alteri lo stato dei luoghi
- Urbanistica.assenza di regolarità edilizia dell’immobile quale causa di decadenza dall’autorizzazione commerciale
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