Rifiuti.Interdittiva antimafia e delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti
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Consiglio di Stato Sez. III n. 2373 del 12 marzo 2024
Rifiuti.Interdittiva antimafia e delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti
E' infondata la tesi secondo cui, ai fini del diniego d’iscrizione nella white list, occorrerebbe il concorso di entrambe le condizioni previste dall’art. 84 del Codice antimafia, ossia la condanna per un reato “spia” e, comunque, cumulativamente ad essa, anche la sussistenza di “tentativi di infiltrazione” tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa interessata. Il testo dell’art. 2, secondo periodo, del D.P.C.M. 18 aprile 2013, così come sostituito dal D.P.C.M. 24 novembre 2016 (secondo il quale “L’iscrizione nell’elenco è soggetta alle seguenti condizioni : a) l’assenza di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del Codice antimafia; b) l’assenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa, di cui all’art. 84, comma 3, del Codice antimafia”) nulla dice circa la necessaria compresenza, ai fini del diniego di iscrizione, di entrambi i suindicati presupposti, diversamente da quanto sostenuto dalla società ricorrente. La disposizione si limita a prevedere due condizioni negative che devono entrambe sussistere ai fini dell’iscrizione nella white list (l’assenza di misure di prevenzione impeditive e l’assenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa), essendo evidente che la presenza anche solo di una delle due evenienze negative giustifica di per sé l’esclusione dalla lista. Ciò non implica, pertanto, che, ai fini del diniego di iscrizione, il Prefetto debba dimostrare il concorso di entrambe le condizioni impeditive. D’altra parte, a voler dare seguito a tale tesi si arriverebbe all’esito paradossale, e certamente non assentibile, per cui la sola sussistenza di una prognosi di infiltrazione di cui alla lettera b), non accompagnata anche da una condanna o da altro pregiudizio rientrante nella lettera a), consentirebbe l’iscrizione nella white list.
Rifiuti.Momento consumativo del reato di inottemepranza alla ordinanza di rimozione
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Cass. Sez. III n. 11831 del 21 marzo 2024 (UP 13 mar 2024)
Pres. Ramacci Est. Galanti Ric. Schiava
Rifiuti.Momento consumativo del reato di inottemepranza alla ordinanza di rimozione
In ordine all'individuazione del momento consumativo del reato di cui all'art. 255, comma 3, del d.lgs. n. 152 del 2006 si ritiene che la fattispecie abbia natura permanente e la scadenza del termine per l'adempimento non indica il momento di esaurimento della condotta, bensì l'inizio della fase di consumazione che si protrae sino al momento dell'ottemperanza all'ordine ricevuto. Tale principio muove dal presupposto che la natura di reato omissivo permanente della contravvenzione in esame è individuata tenendo conto del fatto che il termine per l'adempimento di quanto indicato nell'ordinanza è fissato al solo fine di stabilire il regolare e tempestivo adempimento della prescrizione, che può essere adempiuta in modo utile, sia pure tardivo; sicché non viene meno l'obbligo di agire anche dopo la scadenza del termine.
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Urbanistica.Sanatoria sismica Regione Marche
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In tema di sanatoria sismica in Regione Marche di cui capitolo specifico della dgr Marche n. 975/2021
di Mauro FEDERICI
Rifiuti.Ordinanze contingibili e urgenti
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 2395 del 12 marzo 2024
Rifiuti.Ordinanze contingibili e urgenti
L’adozione di una ordinanza contingibile e urgente è manifestazione di un potere eccezionale esercitabile dal Sindaco nelle ipotesi di incolumità pubblica e sicurezza come ufficiale di governo, con i connessi obblighi di preventiva comunicazione al Prefetto (art. 54, d.lgs.267/2000); detto potere eccezionale può essere esercitato come capo dell’amministrazione comunale nelle ipotesi di emergenza sanitaria o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale (art. 50, d.lgs. 267/2000). Il presupposto per l’adozione di una ordinanza contingibile e urgente, sia che venga adottata dal Sindaco quale capo dell’amministrazione comunale sia quale ufficiale di governo, è comunque la necessità di provvedere con immediatezza - l’urgenza - in ordine a situazioni eccezionali ed imprevedibili che non possono essere fronteggiate con gli strumenti ordinari, ossia la contingibilità. Non è pertanto possibile adottare ordinanze contingibili e urgenti per fronteggiare situazioni prevedibili e permanenti o quando non vi sia urgenza di provvedere, intesa come assoluta necessità di porre in essere un intervento non rinviabile, a tutela della pubblica incolumità
Urbanistica.Nozione di centro abitato e sua rilevanza urbanistica
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Consiglio di Stato Sez. II n. 2798 del 22 marzo 2024
Urbanistica.Nozione di centro abitato e sua rilevanza urbanistica
La nozione di centro abitato trova riscontro nell’art. 3 del nuovo codice della strada, che, in un’ottica finalistica di diversificazione delle regole di circolazione stradale, lo identifica in un “insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine”. Lo stesso va, dunque, individuato nella situazione di fatto costituita dalla presenza di un aggregato di case continue e vicine, comunque suscettibile di espansione, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili. La sua rilevanza urbanistica discende, peraltro, dalla legge n. 765 del 1967 (cosiddetta legge ponte) che, introducendo l’art. 41-quinquies nella l. n. 1150 del 1942, lo utilizza quale concetto per disciplinare l’edificazione nei comuni privi di piano regolatore o di programma di fabbricazione e, quindi, dal d.m. 1° aprile 1968, n. 1404, in ordine alle distanze dell’edificazione dal nastro stradale.
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Urbanistica.Realizzazione campo di padel
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Cass. Sez. III n. 11999 del 22 marzo 2024 (CC 6 mar 2024)
Pres. Ramacci Est. Galanti Ric. Virga
Urbanistica.Realizzazione campo di padel
La realizzazione di un campo di padel, così come la conversione di un campo da tennis in un campo da padel, costituisce una «nuova costruzione», per la cui realizzazione è necessario il permesso di costruire. L’art. 71 comma 1 d. lgs. 117/2017 non è una disposizione urbanistica «stricto sensu», non avendo a oggetto il governo o la regolazione del territorio in sé; si limita piuttosto a prevedere un trattamento speciale in favore di certe categorie soggetti, non già a disciplinare l’uso del territorio in quanto tale. Pertanto, il comma in parola si qualifica come una norma di natura derogatoria alla disciplina urbanistica e non come una norma con natura urbanistica vera e propria. Da ciò consegue che la norma in parola facoltizza l’«utilizzo» di beni, anche se realizzati in modo difforme alla destinazione urbanistica, consentendo un «temporaneo» cambio di destinazione d’uso dei locali in cui si svolgono le attività istituzionali degli enti del Terzo Settore, che cesserebbe con il venire meno di uno dei requisiti, ma certamente non può intendersi nel senso di consentire in via generalizzata «nuove costruzioni» in assenza del rilascio dell’apposito titolo edilizio.
- Ambiente in genere.Riscaldamento globale e cambiamenti climatici
- Sostanze pericolose.Regolamento REACH
- Urbanistica.Demolizione e fiscalizzazione abuso
- Sviluppo sostenibile.Significato giuridico e attuazione da parte di giudici e tribunali
- Rifiuti.Qualificazione ed accertamento della pericolosità
- Urbanistica.Valutazione unitaria del complesso delle opere abusive
- Urbanistica.Revoca della sospensione condizionale subordinata alla demolizione
- Urbanistica.Silenzio assenso sulla istanza di permesso di costruire
- Rifiuti.Gestione ed economia circolare
- Urbanistica.Necessità di valutazione unitaria delle opere
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