Urbanistica.Decadenza e proroga dei termini del permesso di costruire
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 2757 del 16 marzo 2023
Urbanistica.Decadenza e proroga dei termini del permesso di costruire
L’amministrazione, in omaggio ai canoni di certezza giuridica e di trasparenza, deve sempre addivenire all’adozione di un provvedimento espresso di decadenza del titolo edilizio, nei termini legalmente scanditi dall’art. 15 del testo unico dell’edilizia, sia pure con valenza ricognitiva di effetti ex lege. La richiesta di proroga del termine per il compimento di una certa attività deve essere richiesta prima della scadenza del termine medesimo, essendo funzionale ad evidenziare la perduranza dell’interesse del privato alla realizzazione dell’intervento programmato, sia nei rapporti con l’amministrazione che aveva rilasciato il titolo, sia rispetto ai terzi che, per ragioni di vicinitas, potrebbero vantare un interesse oppositivo all’altrui iniziativa edificatoria. La proroga dei termini è un provvedimento di secondo grado modificativo, sia pure parzialmente, dei complessivi effetti giuridici promananti dal precedente atto, e recante, perciò solo, uno spostamento in avanti del termine finale di efficacia. Il rinnovo della concessione, invece, sostanziantesi nel rilascio di un nuovo ed autonomo titolo, postula una diversa verifica della ricorrenza dei presupposti richiesti dalle norme urbanistiche vigenti al momento del rilascio, con sopravvenuta inefficacia dell’originario titolo abilitativo.
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Urbanistica.La corretta lente per determinare quando la ricostruzione è un intervento di ristrutturazione edilizia
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La corretta lente per determinare quando la ricostruzione è un intervento di ristrutturazione edilizia
(Riferimento a Corte costituzionale, n. 300/2013)
di Massimo GRISANTI
Rifiuti.Discariche e messa in sicurezza
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Corte costituzionale n. 50 del 24 marzo 2023
Oggetto: Ambiente - Rifiuti - Norme della Regione Lombardia - Modifiche all'art. 21 della l. reg. n. 26 del 2003 - Esclusione delle discariche per la messa in sicurezza permanente dall'ambito di applicazione dei criteri di localizzazione di cui all'art. 8, c. 7, della l. reg. n. 12 del 2007 - Previsione che tale messa in sicurezza deve essere realizzata in coerenza con gli obiettivi di tutela ambientale, fissati dal decreto legislativo n. 36 del 2003.
Dispositivo: illegittimità costituzionale
Urbanistica.Obbligazione di pagamento degli oneri di urbanizzazione
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TAR Veneto Sez. II n. 281 del 28 febbraio 2023
Urbanistica.Obbligazione di pagamento degli oneri di urbanizzazione
All’obbligazione di pagamento degli oneri di urbanizzazione è riconosciuta natura ambulatoria, ossia, l’idoneità, stante la sua inerenza al bene, ad essere trasferita in via automatica in capo all’acquirente dell’immobile oggetto dell’intervento edilizio per il quale gli oneri sono dovuti. La suddetta vicenda circolatoria, tuttavia, non determina anche la liberazione dal debito dell’avente causa, che resta, dunque, obbligato nei confronti dell’Amministrazione, rispetto alla quale restando irrilevanti gli accordi in senso contrario intervenuti tra le parti. Dante causa ed avente causa restano, dunque, obbligati in solido nei confronti dell’Amministrazione che può rivolgersi, secondo le regole generali, indifferentemente all’uno o all’altro dei debitori, per ottenere l’adempimento, senza che ciò incida sulla legittimità o fondatezza della richiesta
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Ambiente in genere.Determinazione dei valori limite di emissione nei provvedimenti di autorizzazione unica e di autorizzazione integrata ambientale
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 2245 del 3 marzo 2023
Ambiente in genere.Determinazione dei valori limite di emissione nei provvedimenti di autorizzazione unica e di autorizzazione integrata ambientale
Nelle determinazioni di autorizzazione unica e di autorizzazione integrata ambientale, l’autorità competente può fissare valori limite di emissione più rigorosi delle soglie tecniche di miglior tecnologia, in tre casi specifici:
- quando lo richieda la pianificazione regionale in materia di ambiente, tutela delle acque o emissioni;
- quando lo richieda la normativa regionale;
- quando, in mancanza di autorizzazione integrata ambientale, lo richieda il provvedimento autorizzatorio.
Non si applica l’art. 35 del decreto legge n. 133 del 2014, allorchè l’impianto, in quanto autorizzato a livello regionale e non nazionale, non sia sussumibile nell’alveo applicativo delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale. Costituisce, quindi, scelta ragionevole e non manifestamente sproporzionata, in adesione al principio di precauzione, che l’autorità preposta imponga limiti e prescrizioni più rigorosi in relazione a situazioni di vetustà dell’impianto, per il quale non si dimostri il possesso dei requisiti della migliore tecnologia disponibile.
Il tutto muovendo dall’ineludibile regola cardine, secondo cui i progettisti, i costruttori e i gestori di impianti di co-incenerimento non possono progettare, costruire, equipaggiare e gestire impianti aventi emissioni superiori ai valori limite.
Beni ambientali.Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e autorizzazione paesaggistica
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TAR Toscana Sez. III n. 222 del 27 febbraio 2023
Beni ambientali.Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e autorizzazione paesaggistica
Il diniego – anche parziale – dell’autorizzazione paesaggistica deve contenere una sufficiente esternazione delle peculiari ragioni per le quali si ritiene che un’opera non sia idonea a inserirsi nell'ambiente, attraverso l’esame delle sue caratteristiche concrete e l’analitica individuazione degli elementi di contrasto con il vincolo da tutelare; e, a maggior ragione, puntuali e analitiche debbono essere le ragioni del diniego qualora l’autorizzazione richiesta riguardi la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, nei cui confronti l’ordinamento esprime un chiaro favore (l’art. 12 del d.lgs. n. 387/2003 qualifica di pubblica utilità le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili; l’art. 11 del d.lgs. n. 28/2011 stabilisce l’obbligo di integrare le fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, come già l’art. 4 co. 1-bis del d.P.R. n. 380/2001), potendo essi concorrere, indirettamente, alla salvaguardia degli stessi valori paesaggistici. La valutazione richiesta ai fini della tutela del vincolo paesaggistico non può, di conseguenza, ridursi all'esame dell’ordinaria contrapposizione interesse pubblico/interesse privato, ma deve farsi carico di tutti gli interessi pubblici coinvolti e favorire la soluzione che consenta, ove possibile, la realizzazione dell’intervento con il minor sacrificio dell’interesse paesaggistico nella sua declinazione meramente estetica
- Sviluppo sostenibile. Impianti alimentati da fonti rinnovabili
- Ambiente in genere. A.I.A. – Articolo 29-octies: una delle non poche disposizioni sconclusionate contenute nel 152/2006
- Ambiente in genere.Inquinamento e responsabilità
- Caccia e animali.Traffico illecito di animali da compagnia
- Urbanistica.Accesso agli atti del procedimento per il rilascio di titoli edilizi
- Rifiuti.Parti usate di autoveicoli
- Rifiuti.Competenza ad adottare l’ordine di rimozione dei rifiuti abbandonati
- Urbanistica.Reati edilizi e messa alla prova
- Ambiente in genere.Patrimonio culturale e interesse ambientale alla transizione ecologica
- Aria.Qualità dell’aria ambiente
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