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LEXAMBIENTE Rivista giuridica a cura di Luca Ramacci - ISSN 2499-3174
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Urbanistica.Requisito della cosiddetta doppia conformità

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Corte Costituzionale
Pubblicato: 16 Luglio 2024
Visite: 1616

Corte costituzionale n.125 del 15 luglio 2024
Oggetto: Edilizia e urbanistica - Titoli edilizi - Norme della Provincia autonoma di Trento - Concessione in sanatoria - Requisito della cosiddetta doppia conformità - Previsione che consente, in deroga a tale requisito, il rilascio della concessione edilizia quando è regolarmente richiesta e conforme, al momento della presentazione della domanda, alle norme urbanistiche vigenti e non in contrasto con quelle adottate, anche se l'opera per la quale è richiesta è già stata realizzata abusivamente - Denunciata normativa che viola i principi di uguaglianza e ragionevolezza - Lesione dello statuto autonomo della Regione trentina, il quale subordina l’esercizio della potestà legislativa delle Province di Trento e di Bolzano in materia di urbanistica e piani regolatori al rispetto dei principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica.

Dispositivo: illegittimità costituzionale

SENTENZA N. 125

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Urbanistica.Sanzioni degli abusi edilizi realizzati su suoli demaniali

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 16 Luglio 2024
Visite: 2576

Consiglio di Stato Sez. VII n. 4917 del 31 maggio 2024
Urbanistica.Sanzioni degli abusi edilizi realizzati su suoli demaniali

L’art. 35 del testo unico dell’edilizia, utilizzando il riferimento al solo “responsabile” dell’abuso, ha chiaramente a mente che il responsabile non può in alcun modo divenire proprietario, in quanto, appunto, ha costruito su suolo pubblico. Da qui la piana soluzione interpretativa secondo la quale nella particolare ipotesi relativa alla sanzione degli abusi realizzati sul demanio e sui beni appartenenti al patrimonio dello Stato o di enti pubblici, il proprietario è esonerato totalmente dal coinvolgimento nel procedimento sanzionatorio. In questi casi specifici le sanzioni demolitorie possono essere legittimamente irrogate unicamente nei confronti del responsabile dell’abuso : questo è il senso da attribuire, in fattispecie di questo tipo, alla nozione di “responsabile”.

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Rifiuti.Sequestro e legittimazione del socio all'impugnazione

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Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 15 Luglio 2024
Visite: 1930

Cass. Sez. III n. 26543 del 5 luglio 2024 (CC 10 apr 2024)
Pres. Ramacci Est. Aceto Ric. PM in proc. Bernardi
Rifiuti.Sequestro e legittimazione del socio all'impugnazione

Il singolo socio non è legittimato ad impugnare i provvedimenti in materia di sequestro preventivo di beni di proprietà di una società, attesa la carenza di un interesse concreto ed attuale, non vantando egli un diritto alla restituzione della cosa o di parte della somma equivalente al valore delle quote di sua proprietà, quale effetto immediato e diretto del dissequestro. Nel caso in cui il legale rappresentante sia rimasto inerte e la società possa subire un danno dal mancato dissequestro, il socio ha il potere di sollecitare gli organi sociali ad agire nell'interesse di quest’ultima (fattispecie relativa al sequestro preventivo di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da rottami metallici, di beni aziendali organizzati per l’esercizio dell’impresa, di quote sociali della società, dei mezzi e dei macchinari presenti all’interno dell’insediamento produttivo)

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Danno ambientale.Azioni di prevenzione

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Categoria principale: Danno Ambientale
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 15 Luglio 2024
Visite: 1821

Consiglio di Stato Sez. IV n. 4965 del 3 giugno 2024
Danno ambientale.Azioni di prevenzione

La norma che attribuisce al Ministero il potere di chiedere agli operatori informazioni si inserisce in una disciplina che ha una chiara funzione di natura preventiva dei danni ambientali (lo segnala la stessa rubrica dell’art. 304, intitolata alle “Azioni di prevenzione”), ed è diretta a fissare le condizioni per l’effettività delle successive misure di prevenzione e di messa in sicurezza (che l’art. 245 impone anche ai proprietari non inquinatori, per cui il riferimento testuale alla figura dell’operatore deve intendersi qui fatto anche al proprietario non responsabile dell’inquinamento). Il presupposto per l’adozione delle ordinanze ai sensi dell’art. 304, comma 3, lettera a), non può essere costituito, quindi, da una (preliminare e) approfondita analisi e verifica di tutti gli elementi che giustificherebbero l’adozione delle misure di prevenzione. Per riprendere il testo della disposizione, è sufficiente il sospetto di una minaccia imminente di danno ambientale.

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Ambiente in genere.Tollerare l’Ilva e dirsi Europei è un ossimoro

Dettagli
Categoria principale: Ambiente in genere
Categoria: Dottrina
Pubblicato: 12 Luglio 2024
Visite: 1860


Tollerare l’Ilva e dirsi Europei è un ossimoro
di Gianfranco AMENDOLA

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Rumore.Piano di classificazione acustica

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Categoria principale: Rumore
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 12 Luglio 2024
Visite: 1806

Consiglio di Stato Sez. IV n. 5068 del 6 giugno 2024
Rumore.Piano di classificazione acustica

Secondo quanto previsto dalla L. n. 447/95, il piano di classificazione acustica suddivide il territorio comunale in aree omogenee dal punto di vista acustico, e ciò all’esito di una analisi tecnica eseguita dalla amministrazione comunale; si tratta di un atto che ha carattere tecnico e politico, insieme, poiché tiene conto degli obiettivi ambientali che si prefigge l’amministrazione comunale, i quali possono essere anche quelli di ottenere un progressivo miglioramento delle caratteristiche acustiche di alcune zone di territorio, in funzione di quelli che sono anche i programmi di sviluppo della città; il piano, dunque, non si limita a prendere atto delle attuali caratteristiche del territorio comunale, dal punto di vista acustico, ma pianifica anche gli obiettivi ambientali, e in conseguenza suddivide il territorio comunale in porzioni a ciascuna delle quali assegna una delle classi acustiche previste dal D.P.C.M. 14 novembre 1997, il quale, per ognuna delle classi, prevede i valori massimi diurni di emissione e di immissione, oltre al c.d. differenziale, dato dalla differenza tra il livello di rumore ambientale (cioè quello presente quando è in funzione la sorgente di rumore che causa il disturbo) e il livello di rumore residuo (cioè il rumore di fondo). Tenuto conto di quanto sopra è evidente che il piano di classificazione acustica è idoneo a conformare immediatamente l’uso della proprietà privata, nel senso che individua subito, senza alcun ulteriore accertamento, i livelli massimi di rumore che una determinata proprietà può generare: esattamente come uno strumento urbanistico individua immediatamente le possibili forme di utilizzazione di un fondo. Ai fini della impugnazione non conta la consapevolezza che il proprietario abbia del livello di rumore che l’uso attuale del fondo è in grado di generare: conta invece il fatto che il piano di classificazione acustica individua subito dei limiti precisi, e quindi è onere del proprietario attivarsi immediatamente per verificare se tali limiti siano compatibili con i propri interessi, impugnando all’occorrenza il piano di classificazione acustica nel termine decadenziale di 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione.

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  • Urbanistica.Demolizione e sanatoria
  • Ambiente in genere.Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale-PAUR
  • Urbanistica.Momento di consumazione del reato
  • Elettrosmog.Criteri localizzativi degli impianti di telefonia mobile
  • Urbanistica.Subordinazione sospensione condizionale alla demolizione
  • Ambiente in genere. Autonomia tra VIA ed AIA
  • Beni ambientali.Elemento soggettivo del reato paesaggistico
  • Urbanistica.Diritto di accesso in materia edilizia
  • Polizia giudiziaria.Investigazione sulle cause di incendio nei boschi e nelle campagne
  • Urbanistica.Definizione di edifici o parti di edifici legittimi

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