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LEXAMBIENTE Rivista giuridica a cura di Luca Ramacci - ISSN 2499-3174
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Elettrosmog.Demolizione opere abusive consistenti in box e tralicci

Dettagli
Categoria principale: Elettrosmog
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 10 Luglio 2023
Visite: 1655

Consiglio di Stato Sez. VI n. 5813 del 16 giugno 2023
Elettrosmog.Demolizione opere abusive consistenti in box e tralicci

La disciplina riveniente dal combinato disposto degli artt. 16 e 32 della Legge 6 agosto 1990 n. 223 nonché dell'articolo 23 della Legge 3 maggio 2004 n. 11 non contempla affatto un meccanismo di sanatoria edilizia in favore delle strutture delle emittenti autorizzate, a livello ministeriale, alla attività di diffusione radio-televisiva. Ciò in quanto, in primo luogo, l'art. 27 della legge n. 112 del 2004 prescrive che possano continuare ad operare esclusivamente gli impianti che non siano "in contrasto con le norme urbanistiche vigenti in loco" e che, in secondo luogo, la stessa l. n. 223 del 1990 sottintendeva la necessità di tale controllo, disponendo che il censimento ministeriale costituisse titolo per la richiesta di permesso di costruire (art. 4). Né appare dirimente l’art. 32 della l. n. 223 del 1990 (a mente del quale i “privati, che alla data di entrata in vigore della presente legge eserciscono impianti per la radiodiffusione sonora o televisiva in ambito nazionale o locale…, sono autorizzati a proseguire nell’esercizio degli impianti stessi, a condizione che abbiano inoltrato domanda per il rilascio della concessione di cui all’art. 16 entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al rilascio della concessione stessa ovvero fino alla reiezione della domanda e comunque non oltre settecentotrenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”) . E, infatti, detta disposizione si riferisce testualmente alla “concessione per l'installazione e l'esercizio di impianti di radiodiffusione sonora e televisiva” di cui all’art.16, atto quest’ultimo necessario, nello schema della legge n. 223 del 1990, per ottenere la (allora) “concessione edilizia” contemplata dal già citato art. 4 della medesima legge.

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Ambiente in genere.Manca una rete concettuale adeguata nel mare dei servizi pubblici locali (servizi, tariffe, rifiuti, concorrenza, libera iniziativa economica, ecc.)?

Dettagli
Categoria principale: Ambiente in genere
Categoria: Dottrina
Pubblicato: 10 Luglio 2023
Visite: 1444

Manca una rete concettuale adeguata nel mare dei servizi pubblici locali (servizi, tariffe, rifiuti, concorrenza, libera iniziativa economica, ecc.)?

di Alberto PIEROBON

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Rifiuti.Terre e rocce da scavo e nozione di sito

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 07 Luglio 2023
Visite: 1705

Cass. Sez. III n. 26805 del 21 giugno 2023 (UP 16 mar 2023)
Pres. Ramacci Rel. Reynaud Ric. Consorzio Trasporti
Rifiuti.Terre e rocce da scavo e nozione di sito
 
La nozione di “sito” come “area o porzione di territorio, geograficamente definita” e “determinata”, oppure “perimetrata”, è tipica del diritto penale dell’ambiente (v., nel primo senso, con riguardo cioè all’ulteriore specificazione della “determinazione”, l’art. 240, lett. a, d.lgs. 152/2006; nel secondo senso, con particolare riguardo alla “perimetrazione”, l’art. 2, lett. i, d.P.R. 120 del 2017). Essa, dunque, non si presta a ricomprendere distinte ed autonome porzioni di territorio che, benché ricadenti nel medesimo comune e non distanti tra loro, non siano contigue e abbiano addirittura diversa destinazione: ci si trova in tal caso di fronte a due distinte aree e non ad una sola area definita e determinata, in modo tale da poter essere circoscritta in un unico perimetro. Né può indurre in contrario avviso il fatto che i lavori nei due diversi siti siano in qualche modo sin dall’origine “collegati”: la certezza del riutilizzo del materiale è bensì requisito essenziale della disciplina derogatoria in parola – come, peraltro, di quella prevista dal d.P.R. 120/2017 – ma essa non è sufficiente, richiedendosi anche, appunto, che il materiale non fuoriesca dal medesimo sito inteso come unica area suscettibile di perimetrazione.

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Beni ambientali.La fascia costiera tutelata si calcola dal limite del demanio marittimo

Dettagli
Categoria principale: Beni Ambientali
Categoria: Dottrina
Pubblicato: 07 Luglio 2023
Visite: 3440

La fascia costiera tutelata si calcola dal limite del demanio marittimo

di Stefano DELIPERI

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Urbanistica.Differenza tra manutenzione straordinari e ristrutturazione edilizia

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 07 Luglio 2023
Visite: 2834

Consiglio di Stato Sez. VI n. 5668 del 9 giugno 2023
Urbanistica.Differenza tra manutenzione straordinari e ristrutturazione edilizia

Il concetto di manutenzione straordinaria (nonché quello di risanamento conservativo) presuppone la realizzazione di opere che lascino inalterata l'originaria fisionomia e consistenza fisica dell'immobile. Al contrario gli interventi che alterino, anche sotto il profilo della distribuzione interna, l'originaria consistenza fisica di un immobile e comportino l'inserimento di nuovi impianti, la modifica e la redistribuzione dei volumi, rientrano nell'ambito della ristrutturazione edilizia. Infatti, come è noto, ai sensi del combinato disposto degli articoli 3 e 10 d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, sono soggetti al rilascio del permesso di costruire gli “interventi di nuova costruzione”, che determinano una “trasformazione edilizia e urbanistica del territorio”.

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Urbanistica.Ambito di applicazione articolo 22 TUED

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 06 Luglio 2023
Visite: 2023

Cass. Sez. III n. 26804 del 21 giugno 2023 (UP 16 mar 2023)
Pres. Ramacci Rel. Aceto Ric. Pitta
Urbanistica.Ambito di applicazione articolo 22 TUED
 
Il secondo comma dell’art. 22, TU Ed., postula, trattandosi di “varianti”, la realizzazione in atto di lavori autorizzati in base a un permesso di costruire del quale la SCIA costituisce parte integrante e che deve essere presentata prima della fine dei lavori. Ne consegue che l’art. 22, comma 2, non si applica in caso di interventi su immobili già ultimati in base a precedenti permessi di costruire che hanno già esaurito il loro effetto. Sicché, una volta che l’opera sia stata ultimata, potranno essere eseguiti  in base a SCIA solo gli interventi elencati dal comma primo dell’art. 22, cit., a condizione che siano conformi non solo agli strumenti urbanistici ma anche alla disciplina urbanistico-edilizia vigenti al momento della realizzazione dell’intervento stesso. Sicché gli interventi di ristrutturazione edilizia diversi da quelli di cui all’art. 10, lett. c), d.P.R. n. 380 del 2001, possono essere realizzati in base a SCIA purché conformi agli strumenti urbanistici e alla disciplina urbanistico-edilizia vigenti, dovendosi intendere per “disciplina urbanistica-edilizia” il complesso delle norme del Testo Unico dell’Edilizia che disciplinano (appunto) l’attività edilizia in ogni suo aspetto, comprese quelle relative alle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica e quelle che riguardano le costruzioni in zone sismiche.

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  • Danno ambientale.Il ruolo dell’operatore e la minaccia di danno ambientale
  • Rifiuti.Ordinanza di rimozione ed adempimenti procedimentali
  • Ambiente in genere.Occupazione abusiva di area demaniale tramite la realizzazione di opere
  • Aria.Deroghe ai limiti emissivi e Piani di Qualità dell’Aria
  • Rifiuti.Attività posta in essere in un parco naturale
  • Rifiuti.Il sottoprodotto tra disciplina probatoria e l’esigenza di un cambio di prospettiva
  • Rifiuti.Gestione illecita e confisca
  • Urbanistica.Demolizione e ripristino dello stato dei luoghi
  • Ambiente in genere.Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche
  • Rifiuti.End of waste

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